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sostenibilità.

Panteismo contemporaneo

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di Cristina Viggè

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FUORI IL PROSSIMO
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L'orto del SanBrite, agricucina a Cortina

Leggi l'articolo su tgcom24.mediaset.it

Ci riconcilieremo con la natura?

Un castagno può insegnare. La saggezza, la pazienza, la temperanza, la serena resilienza. La quiete e la forza. L’innata empatia con la storia, con le stagioni, con l’ecosistema. Un castagno primordiale può celebrare la riconciliazione con la natura. Un castagno più diventare protagonista di un tessuto narrativo in cui si intrecciano aneddoti, curiosità, ricette, riflessioni, riti e ricordi. Come accade in Suite per un castagno, il nuovo libro di Raethia Corsini, pubblicato da Guido Tommasi Editore ed entrato ufficialmente nella rosa dei sei finalisti del Premio Bancarella della Cucina 2020.

Il castagno, fra metafora e realtà nel nuovo libro di Raethia Corsini

"Il castagno è una pianta che ha sfamato l'umanità e l’autrice è stata capace, grazie a un’originale mescolanza di generi e di linguaggi, di mettere in risalto non solo la sua storia, ma anche quella del cibo come elemento trasversale che unisce i popoli nel tempo. La giuria ha riconosciuto il merito dell'opera, come anche il valore di tutta la linea editoriale di Guido Tommasi Editore. Si tratta inoltre di un libro capace di rappresentare più che mai il nostro territorio e, in senso più ampio, il valore della cultura gastronomica italiana, fondata sul rapporto intenso con la natura che ci circonda”, spiega Gianni Tarantola, presidente della Fondazione Città del Libro. Che, insieme all’Unione Librai Pontremolesi e all’Unione Librai delle Bancarelle, organizza il premio, giunto alla sua 15esima edizione. Dove spicca un volume che, come in una composizione musicale a più tempi e in più stili, divaga tra radici e rami, trovando un nesso fra terra e cielo.  

Fra i sei finalisti del Premio Bancarella della Cucina 2020

“Ho scritto un libro (all’)imperfetto per grandi e piccini di ogni età. Ideale da leggere a voce alta, come le favole, intorno a un simbolico focolare, per regalarsi una manciata di tempo sospeso tra la storia e la fantasia, tradizioni perdute e nuovi orizzonti, tra coscienza ecologica e riflessioni esistenziali contemporanee, così come possono scaturire dalla mente di una bambina”, spiega la scrittrice e giornalista: nata a Milano e cresciuta sull’Appennino Tosco-Emiliano. Ma attenzione. “Non è un racconto nostalgico del tempo che fu. Non è un racconto sul mito del vivere nella natura né tanto meno in montagna. Volevo parlare, ripescando pensieri e parole bambine, del rapporto con un albero, simbolo stesso di vita, certamente un mentore della mia infanzia che si è radicato più di quant’io stessa sospettassi. Così ne è emerso un racconto che, con pensieri e parole bambine, ci riconduce al cuore dell’esistenza di ogni animale: siamo imprescindibilmente parte di un tutto”, commenta Raethia. Tracciando le linee di un moderno panteismo.

Pranzo nell'orto del SanBrite, a Cortina d'Ampezzo, grazie alla proposta del Faloria - Foto courtesy SanBrite


L'agricucina di Riccardo Gaspari - Foto courtesy SanBrite

Dalla terra alla tavola nell'orto del SanBrite, una delle proposte del Faloria - Foto courtesy SanBrite

Il Faloria Mountain Spa Resort di Cortina d'Ampezzo

Lo chef Riccardo Gaspari e la sua Brite Mobile - Foto courtesy SanBrite

In bilico fra rocce e cielo con la Brite Mobile, una delle proposte firmate Faloria - Foto courtesy SanBrite

E in un VentiVenti sospeso nel tempo, molte sono le realtà che propongono emozionali experience a contatto diretto con la natura. Per sentirsi parte della natura. A Cortina d’Ampezzo, il Faloria Mountain Spa Resort, oltre ad aver risintonizzato l’albergo sulle frequenze della sicurezza, dell’esclusività e della massima personalizzazione, propone un iper green “Pranzo nell’orto” a tu per tu con lo chef Riccardo Gaspari, nell’incanto verde del SanBrite, assaporando pietanze che sanno andare dalla terra al piatto. E che sanno scalare persino le montagne. Certo, grazie alla cucina itinerante Brite Mobile, Riccardo sposta e dispensa il suo saper fare anche in mezzo a un bosco, in riva a un ruscello e persino in vetta, fra rocce e infinito. Invitando a scoprire i sapori agricoli e dolomitici, in combinata con vini biologici. Per un tuffo into the wild. E per chi ama l’assoluta privacy, il resort concede la possibilità di privatizzare - per l’intero soggiorno - le alcove a bordo piscina. Per un intimo sguardo sul Monte Faloria.

La Solitaire: la full immersion nella natura targata Auberge de La Maison di Courmayeur

Le delizie giungono in una cesta, attraverso corde e carrucola

Con La Solitaire si assapora nel silenzio della natura


Intanto? A Courmayeur (o meglio nel villaggio di Entrèves), l’Auberge de La Maison lancia Le Solitaire: una tavola in solitaria ai piedi del Bianco. Per un pranzo, una cena, un aperitivo o una degustazione nell’assoluto silenzio. “Abbiamo immaginato un atto poetico alpino e ci è venuta in mente una tavola apparecchiata per bene, immersa nei prati con vista Monte Bianco, che circondano la nostra casa. E poi la sorpresa, una carrucola alpina, come mezzo per servire quella tavola, un cesto con i sapori più sinceri della nostra cucina e dei nostri vitigni. Il sostegno della carrucola è stato studiato per noi, dalla Società Guide Alpine di Courmayeur, la più antica d’Italia, reinterpretando per un’esperienza di sapore i tecnicismi delle corde di arrampicata. Una tavola nella natura come sala da pranzo, una carrucola come servizio: non è forse questo un atto poetico?”, racconta la patronesse Alessandra Garin.

La Sicilia contemporanea di Ammare, a Sampieri

Il gruppo di Ammare in spiaggia, con lo chef Beppe Barone e Stefania Lattuca

Un tuffo nel Mediterraneo da Ammare

Montagna, ma anche mare. Anzi, Ammare, summer spin-off tutto siciliano del ristorante Terrammare di Milano (che intanto ha riaperto), inaugurato sul finir dello scorso anno nel cuore dell’urbe lombarda. Un temporary restaurant immerso nell’azzurro, posizionato com’è direttamente sulla spiaggia di Sampieri, fascinoso borgo marinaro in quel di Scicli, in provincia di Ragusa. Segni particolari? Il suo essere indissolubilmente ancorato all’acqua. Da design alle pietanze, passando per i piatti in vetro trasparente. Realizzati da Alessandro Di Rosa nel suo lab Thalass di Modica. Mentre le tovagliette azzurre rammentano le onde e la struttura, messa a punto con assi bianche, rievoca un’imbarcazione. 


Il pesce è servito. Nei piatti griffati Thalass

Alla regia? Un gruppo vincente e volitivo, capitanato da Beppe Barone e Stefania Lattuca, già alla conduzione della modicana Fattoria delle Torri e della nuova insegna “meneghina”. E ora fieri di fare un tuffo ammare, lungo il sabbioso litorale che va da via Miramare sino a Punta Pisciotto, ove si trova quel che resta della Fornace Penna: una vera cattedrale laica sul mare, meglio nota come La Mànnara nella saga del Commissario Montalbano.

Il dream team di Ammare, capitanato da Beppe Barone e Stefania Lattuca

Fra le vivande, il Girotonno, girandola di tonno in foggia di tartare, tataki e sashimi; la pasta con le sarde; gli spaghettoni ai ricci di mare; il baccalà con seppie e patate; e la surra di tonno e caponata, ossia quella che, in vernacolo locale, fa riferimento alla saporitissima ventresca. Per ascoltare e respirare l’onda lunga del Mediterraneo. 



L'orto del SanBrite, agricucina a Cortina

Leggi l'articolo su tgcom24.mediaset.it

Ci riconcilieremo con la natura?

Un castagno può insegnare. La saggezza, la pazienza, la temperanza, la serena resilienza. La quiete e la forza. L’innata empatia con la storia, con le stagioni, con l’ecosistema. Un castagno primordiale può celebrare la riconciliazione con la natura. Un castagno più diventare protagonista di un tessuto narrativo in cui si intrecciano aneddoti, curiosità, ricette, riflessioni, riti e ricordi. Come accade in Suite per un castagno, il nuovo libro di Raethia Corsini, pubblicato da Guido Tommasi Editore ed entrato ufficialmente nella rosa dei sei finalisti del Premio Bancarella della Cucina 2020.

Il castagno, fra metafora e realtà nel nuovo libro di Raethia Corsini

"Il castagno è una pianta che ha sfamato l'umanità e l’autrice è stata capace, grazie a un’originale mescolanza di generi e di linguaggi, di mettere in risalto non solo la sua storia, ma anche quella del cibo come elemento trasversale che unisce i popoli nel tempo. La giuria ha riconosciuto il merito dell'opera, come anche il valore di tutta la linea editoriale di Guido Tommasi Editore. Si tratta inoltre di un libro capace di rappresentare più che mai il nostro territorio e, in senso più ampio, il valore della cultura gastronomica italiana, fondata sul rapporto intenso con la natura che ci circonda”, spiega Gianni Tarantola, presidente della Fondazione Città del Libro. Che, insieme all’Unione Librai Pontremolesi e all’Unione Librai delle Bancarelle, organizza il premio, giunto alla sua 15esima edizione. Dove spicca un volume che, come in una composizione musicale a più tempi e in più stili, divaga tra radici e rami, trovando un nesso fra terra e cielo.  

Fra i sei finalisti del Premio Bancarella della Cucina 2020

“Ho scritto un libro (all’)imperfetto per grandi e piccini di ogni età. Ideale da leggere a voce alta, come le favole, intorno a un simbolico focolare, per regalarsi una manciata di tempo sospeso tra la storia e la fantasia, tradizioni perdute e nuovi orizzonti, tra coscienza ecologica e riflessioni esistenziali contemporanee, così come possono scaturire dalla mente di una bambina”, spiega la scrittrice e giornalista: nata a Milano e cresciuta sull’Appennino Tosco-Emiliano. Ma attenzione. “Non è un racconto nostalgico del tempo che fu. Non è un racconto sul mito del vivere nella natura né tanto meno in montagna. Volevo parlare, ripescando pensieri e parole bambine, del rapporto con un albero, simbolo stesso di vita, certamente un mentore della mia infanzia che si è radicato più di quant’io stessa sospettassi. Così ne è emerso un racconto che, con pensieri e parole bambine, ci riconduce al cuore dell’esistenza di ogni animale: siamo imprescindibilmente parte di un tutto”, commenta Raethia. Tracciando le linee di un moderno panteismo.

Pranzo nell'orto del SanBrite, a Cortina d'Ampezzo, grazie alla proposta del Faloria - Foto courtesy SanBrite


L'agricucina di Riccardo Gaspari - Foto courtesy SanBrite

Dalla terra alla tavola nell'orto del SanBrite, una delle proposte del Faloria - Foto courtesy SanBrite

Il Faloria Mountain Spa Resort di Cortina d'Ampezzo

Lo chef Riccardo Gaspari e la sua Brite Mobile - Foto courtesy SanBrite

In bilico fra rocce e cielo con la Brite Mobile, una delle proposte firmate Faloria - Foto courtesy SanBrite

E in un VentiVenti sospeso nel tempo, molte sono le realtà che propongono emozionali experience a contatto diretto con la natura. Per sentirsi parte della natura. A Cortina d’Ampezzo, il Faloria Mountain Spa Resort, oltre ad aver risintonizzato l’albergo sulle frequenze della sicurezza, dell’esclusività e della massima personalizzazione, propone un iper green “Pranzo nell’orto” a tu per tu con lo chef Riccardo Gaspari, nell’incanto verde del SanBrite, assaporando pietanze che sanno andare dalla terra al piatto. E che sanno scalare persino le montagne. Certo, grazie alla cucina itinerante Brite Mobile, Riccardo sposta e dispensa il suo saper fare anche in mezzo a un bosco, in riva a un ruscello e persino in vetta, fra rocce e infinito. Invitando a scoprire i sapori agricoli e dolomitici, in combinata con vini biologici. Per un tuffo into the wild. E per chi ama l’assoluta privacy, il resort concede la possibilità di privatizzare - per l’intero soggiorno - le alcove a bordo piscina. Per un intimo sguardo sul Monte Faloria.

La Solitaire: la full immersion nella natura targata Auberge de La Maison di Courmayeur

Le delizie giungono in una cesta, attraverso corde e carrucola

Con La Solitaire si assapora nel silenzio della natura


Intanto? A Courmayeur (o meglio nel villaggio di Entrèves), l’Auberge de La Maison lancia Le Solitaire: una tavola in solitaria ai piedi del Bianco. Per un pranzo, una cena, un aperitivo o una degustazione nell’assoluto silenzio. “Abbiamo immaginato un atto poetico alpino e ci è venuta in mente una tavola apparecchiata per bene, immersa nei prati con vista Monte Bianco, che circondano la nostra casa. E poi la sorpresa, una carrucola alpina, come mezzo per servire quella tavola, un cesto con i sapori più sinceri della nostra cucina e dei nostri vitigni. Il sostegno della carrucola è stato studiato per noi, dalla Società Guide Alpine di Courmayeur, la più antica d’Italia, reinterpretando per un’esperienza di sapore i tecnicismi delle corde di arrampicata. Una tavola nella natura come sala da pranzo, una carrucola come servizio: non è forse questo un atto poetico?”, racconta la patronesse Alessandra Garin.

La Sicilia contemporanea di Ammare, a Sampieri

Il gruppo di Ammare in spiaggia, con lo chef Beppe Barone e Stefania Lattuca

Un tuffo nel Mediterraneo da Ammare

Montagna, ma anche mare. Anzi, Ammare, summer spin-off tutto siciliano del ristorante Terrammare di Milano (che intanto ha riaperto), inaugurato sul finir dello scorso anno nel cuore dell’urbe lombarda. Un temporary restaurant immerso nell’azzurro, posizionato com’è direttamente sulla spiaggia di Sampieri, fascinoso borgo marinaro in quel di Scicli, in provincia di Ragusa. Segni particolari? Il suo essere indissolubilmente ancorato all’acqua. Da design alle pietanze, passando per i piatti in vetro trasparente. Realizzati da Alessandro Di Rosa nel suo lab Thalass di Modica. Mentre le tovagliette azzurre rammentano le onde e la struttura, messa a punto con assi bianche, rievoca un’imbarcazione. 


Il pesce è servito. Nei piatti griffati Thalass

Alla regia? Un gruppo vincente e volitivo, capitanato da Beppe Barone e Stefania Lattuca, già alla conduzione della modicana Fattoria delle Torri e della nuova insegna “meneghina”. E ora fieri di fare un tuffo ammare, lungo il sabbioso litorale che va da via Miramare sino a Punta Pisciotto, ove si trova quel che resta della Fornace Penna: una vera cattedrale laica sul mare, meglio nota come La Mànnara nella saga del Commissario Montalbano.

Il dream team di Ammare, capitanato da Beppe Barone e Stefania Lattuca

Fra le vivande, il Girotonno, girandola di tonno in foggia di tartare, tataki e sashimi; la pasta con le sarde; gli spaghettoni ai ricci di mare; il baccalà con seppie e patate; e la surra di tonno e caponata, ossia quella che, in vernacolo locale, fa riferimento alla saporitissima ventresca. Per ascoltare e respirare l’onda lunga del Mediterraneo. 



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