Idee brillanti

    Progetti pétillantes

    Icona di classe ed eleganza, lo Champagne diviene protagonista di una serie di vibranti iniziative, sostenute da Alberto Massucco. Che porta in Italia la verve e il perlage francesi. Per una ripartenza scintillante

    Imprenditore. Importatore. Produttore. Fiero sostenitore: di nuove idee, visionari progetti, lungimiranti iniziative. Sabaudo nel sangue e nel portamento, Alberto Massucco sa perfettamente unire materia e immaginario, concretezza e creatività, solidità e sogno, saggezza e follia. Un industriale di successo - alle redini della torinese Massucco Industrie - che sa gettare il cuore oltre l’ostacolo. E pure Oltralpe. In Francia, precisamente in Champagne, dei cui nettari si è fatto e continua a farsi bardo e appassionato aedo in Italia. Scegliendo di distribuire poche maison, meticolosamente selezionate. Perché visionarie e indipendenti, unconventional ed eroiche. Guidate da un poker di récoltant-manipulant. Vignaioli che vinificano le uve coltivate da loro stessi. Per una filiera corta, circolare e coerente. Come Guillaume, giovane enologo a capo della Gallois-Bouché, che conta 3,5 ettari di vigneti a pinot noir (a Vertus, villaggio premier cru nella Côte des Blancs) e a chardonnay (nella zona che confina con Le Mesnil); Jean-Philippe Trousset, che con la moglie Karine segue 7,6 ettari dislocati nei tre villaggi di Les Mesneux, Sacy e Ville-Dommange; Éric Taillet, il sarto di un’etichetta realizzata in esclusiva per Massucco, nonché quarta generazione di una famiglia di vigneron a Baslieux-sous-Châtillon, nella Vallée de la Marne, dove possiede 5,7 ettari dall’esposizione invidiabile; e Mathilde Devarenne, la madame della maison Rochet-Bocart, i cui vigneti si trovano nel villaggio di Vaudemange, in quella Montagne de Reims esposta a est e consacrata allo chardonnay, mentre il pinot noir risponde all’appello nel grand cru di Verzy. Mathilde, una delle Fa’Bulleuses: sette jeunes filles, fiere d’aver dato forma a un vino unico, eppur collettivo e corale. Di cui sempre Alberto è importatore-ambasciatore.

    Éric Taillet, il re del meunier. A destra, Alberto Massucco con lo Champagne Des Grillons aux Clos, pensato su misura per il mercato italiano

     

    Uno Champagne tailor made

    Ostinato, tenace, caparbio, controcorrente. Talmente convinto della potenzialità del meunier da aver fondato un istituto a lui dedicato: il Meunier Institut, per riaffermare con orgoglio il nobile status dell’indigeno vitigno della Champagne. Così fa Éric Taillet, l’artista, il re del meunier. “Indubbiamente i suoi sono i migliori Meunier sul mercato. Da quando lo conosco, pian piano si è fatta strada l’esigenza di avere qualcosa di più, qualcosa che mi appartenesse, che fosse esclusivo per me e soprattutto per i miei amici e clienti. Desideravo qualcosa di speciale, di unico. Éric, ça va sans dire, è stato geniale nel riuscire a creare uno Champagne che incontrasse con tanta sensibilità il gusto italiano”, spiega Alberto. Insomma, detto, fatto. Prende così forma Des Grillons aux Clos, un sans année assolutamente sartoriale. Tagliato su misura per il mercato del Bel Paese. Uno Champagne elegante ma di carattere, pronto a sposare freschezza e forza. Il suo nome? Sta a indicare le parcelle di una dozzina di vecchie vigne che corrono, su un terreno argilloso e un sottosuolo calcareo, dal lieu-dit Les Grillons sino a Les Clos. Tra i villaggi di Montigny e Baslieux-sous-Châtillon. Mentre nella cave la vinificazione è lenta e tranquilla. Visto che i vini rimangono sulle fecce nobili fino all’assemblaggio, senza travasi. Parte in acciaio, parte in legno. Per un purissimo meunier, nutrito per il 70% dall’ultima vendemmia (la 2017) e per il resto da una réserve perpétuelle che (per ora) conta nove annate. Un extra brut dal profilo pulito e vigoroso, vivace ed energico, in equilibrio tra nuance fruttate e tensione minerale e sapida. “Mi è piaciuto molto lavorare a questo progetto. È stato impegnativo e al contempo divertente. Non significava solo mettere insieme elementi naturali che da anni mi appartengono, dovevo entrare nella testa e soprattutto nel sentire di Alberto. Ho intuito di aver imboccato la strada giusta quando ho incrociato il suo sguardo. In quel silenzio, più di mille parole. La soddisfazione. Sua e mia”, dichiara Éric. Felice d’aver dato forma a un sogno. 

    Les Fa’Bulleuses de Champagne

     

    Sette per uno? Isos

    Lo sosteneva persino Ippocrate: “Il sette, per le sue virtù celate, mantiene nell’essere tutte le cose; esso è dispensatore di vita, di movimento ed è determinante nell’influenzare gli esseri celesti”. Quindi? Sette domaines, sette vigneronnes, sette Champagne, sette voci per un assolo: un vino vessillo, corale, totale, collettivo. Uguale. O meglio, Isos, in greco. Come si legge scritto in etichetta. Mentre nella retroetichetta è svelata la filosofia-spiegazione: “Isos qui signifie égal en greque, représente la belle aventure des Fa’Bulleuses de Champagne”. Un’eccellenza importata in esclusiva da Alberto Massucco e griffata da una realtà pétillante, tutta al femminile: Les Fa’Bulleuses. Un’associazione di giovani vignaiole, nata nel 2015 per condividere e portare avanti un medesimo obiettivo, nutrito da passione, dedizione, forza, resilienza, spontaneità ed eleganza. Sette donne capaci di condensare le loro molteplici anime in un nettare esclusivo. Che sublima la pluralità in singolarità. Traducendola in identità. “Isos vibra. Dentro si trova l’essenza di sette maison, di sette vini, di sette giovani e coraggiose vigneronnes. Orgoglioso che abbiano scelto noi per essere distribuite al di fuori della Francia. Le Fa’Bulleuses sono travolgenti, brillanti e audaci. Sette eroine depositarie di un codice segreto, che interpretano con determinazione un universo in continuo movimento. Isos è l’emblema della trasformazione, del cambiamento e di un’evoluzione culturale. E, come dicono loro, è una magnifica avventura”, dichiara Alberto. 

    Isos, lo Champagne che concentra nella singolarità la pluralità delle Fa’Bulleuses

     

    Un brillante assemblaggio

    Una cuvée Isos, alimentata per il 36% da pinot noir, per il 50% da chardonnay e per il 14% da meunier. Della serie, la Champagne in uno Champagne. Più terroirs (Avize, Montgeux, Vaudemange, Trois Puits, Noé-Les-Mallets, Louvois, Treslon) concentrati in un solo “territoire". Un extra brut - prodotto in 644 bottiglie e 200 magnum - che assembla sette vini di due vendemmie (la 2017 per il 57% e la 2016 per il 43%). Ecco dunque lo Champagne Baillette-Prudhomme di Laureen Baillette; lo Champagne Beaugrand di Hélène Beaugrand; lo Champagne Mary-Sessille di Claire Blin; lo Champagne De Sousa di Charlotte De Sousa; lo Champagne Rochet-Bocart di Mathilde Devarenne; lo Champagne Guy Méa di Sophie Moussie; e lo Champagne Louise Brison di Delphine Brulez. Insomma, tutte per uno, uno per tutte.

    Alberto Massucco: l'ambasciatore-importatore dello Champagne in Italia. Nella foto in basso a destra, insieme a Cinzia Zanellato (responsabile commerciale) e Laura Gobbi (alla regia della comunicazione)

     

    Un futuro scintillante

    Champagne. Un mantra per monsieur Massucco. “Lo champagne, come un buon libro, è una continua scoperta. Un viaggio che conduce in luoghi reali o fantastici, un’avventura che vivi diventandone protagonista, il piacere di perdersi nella mente. Lo champagne è come un amico. Ti aspetta pazientemente, non importa quanto tempo tu ci possa impiegare ma sa che, coricato nel buio di una cantina, tu arrivi, lo stappi e, liberandolo, ne assapori e ne comprendi la sua magnifica storia”. E così Alberto ha deciso di dar voce al suo sogno, costruendo la sua piccola storia in Champagne e acquistando un vigneto a Cuis, nel dipartimento della Marna. Con vicini di casa niente meno che Bollinger e De Sousa. E proprio a Erick De Sousa ha affidato la messa a punto della sua personalissima collection. In cui vedranno la luce il Millesimato Alberto Massucco Champagne Grand Cru, un assoluto di chardonnay; e la Cuvée Mirede, intitolata a chi lo ha sempre incoraggiato e sostenuto. “Ma dovremo attendere il 2024 per assaggiarli. Esigo prodotti eccellenti. I vini sono come le persone. Se anziani hanno più esperienza”.

    T: Cristina Viggè

    24-02-2021

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