Solidarietà

    Un Fiocco può far dolce la vita

    Un plumcake speciale. Un gruppo di chef e maestri pasticceri. Un’associazione impegnata e determinata. E un’iniziativa volta al sostegno dell’Hospice Pediatrico di Padova, punto di riferimento per le cure palliative e per la terapia del dolore infantili. Quando creare il buono significa soprattutto far del bene

    Basta un poco di zucchero. Per render più dolce la vita. Nostra e degli altri. Soprattutto se gli “altri” sono giovanissimi e stanno lottando contro una malattia difficile e inguaribile. Ben lo sa un’associazione nata per sostenere e supportare con progetti, iniziative e idee innovative l’operato dell’Hospice Pediatrico di Padova: un centro all’avanguardia, una colonna portante per tutto il Triveneto in quanto a cure palliative e terapia del dolore in età pediatrica. Un punto di riferimento, che mira a regalare ai piccoli pazienti un presente fatto il più possibile di normalità. E di speranza. Anche grazie alla domiciliarizzazione e alla telemedicina. Ed è qui che s’innesta la mission de La Miglior Vita Possibile, associazione presieduta dal professor Giuseppe Zaccaria, già magnifico rettore dell’università patavina e un luminare del diritto: catalizzare sempre nuove risorse, incanalarle al meglio e dar linfa all’hospice. Mettendo in contatto pubblico e privato. Sensibilizzando gli esponenti del mondo imprenditoriale, scientifico e culturale. Creando un collegamento con le istituzioni locali e regionali. Stimolando e incoraggiando lo sviluppo di protocolli di cura sempre più avanzati. E facendo di tutto per individuare, creare e acquisire energie economiche, volte a implementare la ricerca in questo settore. Che vede coinvolti molti bambini e le loro famiglie. Un’organizzazione non profit dinamica e volitiva, scattante e determinata, che lancia una fragrante campagna solidale: Dai Vita alla Vita, pronta a chiamare all’appello sei grandi maestri pasticceri e un panificatore. Già riuniti nel gruppo Dolce Vita in Pediatria e orgogliosi d’aver messo testa, mani e cuore in una torta speciale. Che rende ancor più goloso il Natale. Pensando e parlando al futuro. 

    Intervista al professor Giuseppe Zaccaria

     

    Una famiglia allargata

    “Una premessa. In Italia dibattere di cure palliative per l’infanzia è faticoso. Perché se ne parla abbastanza poco e lo si fa in termini emotivi ed emozionali. Cosa comprensibile data la materia. Ma bisogna superare questo piano del discorso. Perché si rischia di oscurare il diritto che questi bambini hanno. Diritto, come dice il titolo stesso della nostra associazione, alla miglior vita possibile. Il nostro approccio è infatti quello di ritenere che, indipendentemente dagli anni ancora a disposizione, quel bambino e la sua famiglia, già sottoposti a difficoltà inimmaginabili, abbiano diritto a un’assistenza adeguata”, precisa il professor Giuseppe Zaccaria. Impegnatissimo nella ricerca e nella didattica, ma pure fiero frontman di una realtà che seppur giovane: “Ne ha già fatte di cotte e di crude”, come ricorda lui. A sostegno e a supporto dell’Hospice di Padova: non solo uno dei sei hospice presenti nella Penisola, ma pure il primo, quello storico. Anche in termini di esperienza e di linee legislative, grazie alla forza, al coraggio e all’opera illuminata della dottoressa Franca Benini, anima del centro patavino. Che, nonostante i pochi posti letto a disposizione, segue circa duemila piccoli pazienti. Incentivando la domiciliarizzazione e un rapporto costante e performante con le famiglie. Anche da lontano. Un circuito di ascolto e di condivisione della gioia e della sofferenza. Come in una famiglia allargata. Un lavoro corale. “Così, ogni vittoria e ogni sconfitta entrano a far parte di una sensibilità comune”. 

    Il Fiocco al mais; un dolce, ma soprattutto un progetto corale e solidale

     

    Un dolce messaggio

    Un’associazione dai buoni propositi. Nel vero senso della parola. Ecco allora il Fiocco al mais. “Un modo diverso per sensibilizzare il pubblico, mettendolo a conoscenza di tutto il lavoro che si sta facendo in ambito pediatrico. Perché, nonostante tutto, questi sono bambini che riescono a raggiungere la maggiore età e che hanno i loro piccoli successi a scuola”, spiega il dottor Stefano Bellon: ex nuotatore pluripremiato, medico in attività nella città del Santo e parte attivissima dell’associazione pro hospice patavino. “Un vulcano di idee”, come dice il professor Zaccaria. Ecco allora un plumcake soffice e dorato, perfetto per la colazione e la merenda di grandi e piccini. Perché leggero, semplice, rettangolare e facile da tagliare. Nel pratico formato da 450 grammi. A nutrirlo? Burro, panna, zucchero, uova, farina Petra 6379, farina di mais bianco, scorza di limone, vaniglia e fava tonka. A conferire un profumo avvolgente e rassicurante. Che riconduce all’infanzia. E che dà un aiuto a chi l’infanzia la sta vivendo in modo amaro. Una torta ambasciatrice di valori profondi. Un messaggio di sollievo nella sofferenza. Da acquistare online (al prezzo di 12 euro, ma è possibile fare una donazione maggiore), oppure nei nove punti vendita Bar Bianco di Lattebusche, azienda sostenitrice della lodevole iniziativa. Insieme ad altre realtà locali, fra cui Petra - Molino Quaglia. “Siamo riusciti a creare una grande rete solidale. Anche per quanto riguarda tutta la logistica e le spedizioni. Aziende che hanno investito tempo e personale, dedicandoli a questo progetto. C’è una spontaneità assoluta. Tutto è donato”, commenta Bellon.  

    Massimiliano Alajmo, Corrado Assenza e Luigi Biasetto

     

    Tutti per uno, uno per tutti

    Un dolce d’autore. Anzi, di più autori. Visto che il Fiocco al mais è un’opera collettiva, condivisa da sei versatili esponenti della ristorazione italiana: Massimiliano Alajmo, il deus ex machina del ristorante tristellato Le Calandre di Sarmeola di Rubano (Padova); Lucca Cantarin, patron della Pasticceria Marisa di Arsego di San Giorgio delle Pertiche (sempre in terra padovana); Luigi Biasetto, capitano dell’omonima pasticceria di Padova; Leonardo Di Carlo, alla guida del Pastry Concept di Conegliano (Treviso); Luca Rasi della Pasticceria Rasi di Este; e Corrado Assenza, il pasticcere-filosofo del Caffè Sicilia di Noto (Siracusa). Un MAM, ossia un Maestro d’Arte e Mestiere, onorevole riconoscimento di cui è stato recentemente insignito. Un titolo - promosso dall’associazione Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte, in collaborazione con Alma - che incorona i saggi custodi del bello ben fatto. Un po’ come i Mof (Meilleures Ouvriers de France) d'Oltralpe e i Tesori Nazionali Viventi in Giappone. E un MAM è pure Ezio Marinato, dell’eclettico panificio che porta il suo cognome, nella veneziana Cinto Caomaggiore. “E proprio Ezio è entrato a far parte del gruppo. Sì, perché la nostra è un’iniziativa non solo a lungo termine, ma pure sostenibile. La confezione, il Panibois in legno di faggio, è infatti riciclabile. E ci ha dato lo spunto per un’ennesima idea: inserire nella prossima fornitura una ricetta di pane firmata da Ezio. Per riutilizzare saggiamente lo stampo, rimettendolo in forno”, precisa Bellon. Solo un’accortezza. Nel cofanetto è presente una bustina: un assorbitore di ossigeno. Attenzione, non va ingerito.

    Lucca Cantarin, Leonardo Di Carlo, Luca Rasi ed Ezio Marinato

     

    Quando il bene ha radici profonde

    “In realtà tutto ebbe inizio nel 1994. Quando demmo vita a Il Gusto per la Ricerca, una onlus tutt’ora attiva. Che organizza, almeno una volta all’anno, un pranzo o una cena. Coinvolgendo chef di eccellenza. Sia italiani che stranieri. Una discreta quota economica raccolta, circa il 50 per cento, è stata devoluta alla Città della Speranza, nota fondazione che da sempre si occupa di oncoematologia pediatrica. Ma abbiamo sostenuto anche case famiglia, bambini abbandonati, associazioni di volontariato. Tutto un mondo che ruota intorno all’infanzia in difficoltà, non solo da un punto di vista sanitario, ma da un punto di vista sociale, di integrazione, di vita”, spiega Bellon. Poi accade che due degli chef facenti parte dell’associazione vengano coinvolti in un altro progetto. Luigi Biasetto - la cui pasticceria è vicinissima all’hospice - mette a disposizione i suoi mini gelati e Max Alajmo il suo rossetto al cioccolato. Golosi, giocosi, colorati ma anche facili da mangiare e ben assimilabili. “Bastava infatti appoggiarli sulle labbra. In questo modo si restituiva al bambino un gesto quotidiano, spontaneo, immediato. Facendogli percepire un gusto noto. È piaciuto da tantissimo. Da lì è nata Dolce Vita in Pediatria. Da una decina d’anni, in concomitanza del Natale e della Pasqua, teniamo un lab di pasticceria. Inizialmente nell’hospice, per poi trasferirci in pediatria. Aggregando altri pasticceri, che tuttora fanno parte del gruppo”, continua Bellon, raccontando la genesi e l’evoluzione del progetto. “Per questo a un certo punto ho pensato che fosse venuto il momento di fare qualcosa in più. Realizzando un dolce. Così, dopo riunioni su riunioni, abbiamo dato vita al Fiocco al mais”. La cui prima produzione è avvenuta nel lab degli Alajmo, ma che poi passerà nelle mani di Biasetto, Rasi e Cantarin. Per una staffetta benefica. E per un Fiocco coi fiocchi, realizzato da grandi interpreti dell’arte bianca. “È il momento giusto per consumare un buon dolce. Perché consola e dà positività. Soprattutto in questo periodo. Che si è chiamati a riflettere e ragionare quotidianamente sul domani”, dichiara Biasetto, nel corso dell’assegnazione delle Tre Torte nella guida Pasticceri & Pasticcerie 2021 del Gambero Rosso. Un riconoscimento importante, andato pure a Lucca. 

    Intervista al dottor Stefano Bellon

     

    Metti in circolo il tuo amore

    Ma moltissime sono le iniziative mosse e portate a termine da La Miglior Vita Possibile. Sempre a favore dell’Hospice Pediatrico veneto. Una di queste? Il servizio di guest house per le famiglie dei piccoli pazienti. L’associazione mette infatti a disposizione alcune camere, con possibilità di uso cucina, nel bed & breakfast Casa al Carmine (in via Vendramini, a Padova). “Vi possono soggiornare i genitori o i parenti più stretti. Quelli che quotidianamente devono seguire il proprio bambino o la propria bambina. Siamo tra i primi in Italia ad aver realizzato questo piccolo sogno nel cassetto”, precisa Zaccaria. “Certo, perché non si deve pensare alle cure palliative come a mere opere caritatevoli. Si tratta di un vero e proprio percorso di vita, che coinvolge a tutto tondo il bambino, i suoi genitori, i fratelli, i nonni e gli zii”, puntualizza il dottor Bellon. Fra le donazioni sono già all’attivo quella di una Fiat Qubo attrezzata, per consentire a un’equipe medica di raggiungere facilmente i bimbi nelle loro abitazioni; cinque biciclette con pedalata assistita e carrello porta bambino, per muoversi in città con un certo agio; e una serie di tablet iPad, programmati e attivati per la telemedicina, a garantire il monitoraggio da remoto dei pazienti. Ma non finisce qui. “Giacché la struttura è alquanto limitata, abbiamo in prospettiva di muoverci anche per una migliore soluzione dal punto di vista logistico dell’hospice. Naturalmente in intesa con le autorità istituzionali", annuncia il professor Zaccaria. "In futuro vorremmo lanciare un crowdfunding per sostenere questo nuovo sogno. Ma ci arriveremo. Ne sono sicuro. Perché abbiamo scoperto quanta solidarietà vi sia in circolo e quanta volontà di fare del bene. Abbiamo sempre trovato le porte aperte”. 

    T: Cristina Viggè

    14-12-2020

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

     

    ARGOMENTI COLLEGATI

    Pagina 8 di 24