La Messinese 2.0 by Verace Elettrica, a Milazzo
Sergio Russo: veracemente social
Oltre 23mila follower sulla pagina ufficiale di Facebook. E più di 35mila su Instagram. “Investiamo moltissimo in comunicazione. Del resto, è proprio quando abbiamo deciso di concentrarci in modo deciso e mirato sul marketing che la crescita è stata paurosa. Perché i social non portano solo e semplicemente follower, ma allargano moltissimo il raggio d’azione. Avvicinano a te anche chi da te non è mai venuto. Oggi noi abbiamo clienti che arrivano persino da Palermo e da Reggio Calabria”, spiega Sergio Russo, tracciando le coordinate della pizzeria di famiglia: Da Clara. Un vero fenomeno di “costume”. Basti pensare a dov’è geolocalizzata: a Venetico Superiore, nella terra di mezzo che va da Milazzo a Messina, fra le pendici settentrionali dei Monti Peloritani e la costa tirrenica. Un borgo medievale, che vanta fra gli highlights una chiesa madre (dedicata a San Nicolò), un castello (un tempo appartenuto ai nobili Spadafora), una fontana monumentale (con sirena), un panorama strepitoso e il ristorante-pizzeria da Clara. Al cui timone stanno ormai da parecchi anni Clara Miuccio e Tonino Russo, fratello maggiore di Sergio.
I fratelli Tonino e Sergio Russo
“Mio fratello mi chiamò all’appello quasi subito”, racconta Sergio: classe 1989, messinese doc e cresciuto nel panificio di papà Armando. “All’inizio, Da Clara, io condivo le pizze. E basta. Erano pizze stese col matterello e cotte nella teglia. Tutta un’altra storia. Lontane anni luce da quelle attuali. Il locale stentava a decollare. Così decisi di lasciare l’Italia e di partire per Cambridge, dove iniziai a lavorare in una catena di ristorazione. Un impiego che mi ha formato. Profondamente. Lì erano molto ligi. Le impastatrici dovevano brillare. Non doveva rimanere neppure un grammo di farina. Mi hanno insegnato puntiglio, attenzione e precisione. Anche nelle pulizie. Basta guardare adesso il mio laboratorio per capire”, continua Russo junior. Che poi lavora in un pub, affinando competenze manageriali, gestionali e organizzative, e torna in Sicilia. Con un ampio bagaglio d’esperienza.
Da Clara: pizza e panorama a Venetico Superiore
“Sì, sono tornato a casa. Alla pizzeria di Tony e Clara. Con un obiettivo molto chiaro: aprire tutti i giorni. Non solo nei fine settimana”. Una mission ambiziosa. Ma Sergio accetta la sfida. A una condizione: gli impasti andavano migliorati. Quindi? Via libera allo studio, alla ricerca, a prove su prove. Con passione e determinazione. Complici una comunicazione forte e diretta, un forno Izzo nuovo di zecca e le farine Petra, scoperte grazie ai consigli di Antonino D’Agostino (di D’Agó - Eccelsi Cibi). Insomma, cambio di marcia, di velocità, di qualità. Confermata dai “Due Spicchi” della guida Pizzerie d’Italia 2020 del Gambero Rosso. Con corredo di Premio speciale Petra - Molino Quaglia ricerca e innovazione. Una bella soddisfazione.
La pizza Resto in Sicilia
I Ripieni by Da Clara
Da Clara c'è anche la pizza al padellino
Per stuzzicare prima della pizza
La parmigiana in cocotte by Da Clara
La Margherita by Da Clara
Oggi, Da Clara è un punto di riferimento. È sufficiente scorrere la carta (e sbirciare sui social) per intuire il livello dell’insegna. Che mette al centro la classica pizza al piatto, ma anche le pizze contemporanee, i calzoni - o meglio I Ripieni - e la pizza al padellino. Valorizzando il genius loci. Come accade nella Resto in Sicilia, con fiordilatte, tuma, pomodorini gialli semi dry, faldine di pomodori secchi, olive nere, acciughe, origano e basilico; nella Oro Verde, complici pancetta tesa, scamorza affumicata, crema e granella di pistacchi; e nell’Omaggio allo sfincione bagherese, cui concorrono tuma, ricotta fresca, cipolla stufata e trucioli di pane speziato. Mentre il Ripieno Trinacria rende tributo al salame Sant’Angelo, made nei Nebrodi. Il tutto impreziosito dall’olio extravergine del frantoio agrigentino Val Paradiso.
Sergio Russo, al timone di Verace Elettrica
Un progetto perfettamente riuscito quello Da Clara. Così, un anno fa, l’intrepido Sergio - ormai volto televisivo, vista la partecipazione a Mica Pizza e Fichi su La7 - intraprende una nuova avventura. Aprendo a Milazzo, all’interno del centro commerciale Parco Corolla (sì, all’interno di un centro commerciale) la sua Verace Elettrica. “Non mi piace vincere facile”, puntualizza. “Ma io sono un artigiano e il business è solo la conseguenza di un lavoro fatto bene. Ovunque tu sia”. Della serie, lui crede fermamente in ciò che fa. E i fatti gli danno ragione. Verace Elettrica ha un exploit incredibile. “E, piano piano stiamo ripartendo anche dopo il lockdown”, dice fiducioso Russo.
La pizza Ortolana... secondo Sergio Russo
La Margherita Stracciata
Verace Elettrica. Una griffe. Un concetto. Una filosofia. “Avevo iniziato a usare sui social #pizzaverace, poi #VeraceElettrica, e così ho pensato di trasformarlo in un brand. Mi piacerebbe replicarlo a Palermo, Roma, Milano. Ma con gestioni dirette, niente franchising. Intanto, me lo sono tatuato sulla pelle”, spiega lui, mentre pensa al futuro. E puntualizza il perché e il percome del nome. “Verace per ricordare la pizza napoletana, naturalmente secondo il mio stile. Elettrica per via del forno elettrico. Ovvio. Ma non solo. Il motivo è anche legato a quel che facciamo: cose vivaci e piene di energia”. Pizze esuberanti, dunque. Colme di colore, calore e vigore. “Quando la gente mangia deve dire: Wow. Trovandosi bene e sentendosi come a casa”, aggiunge il pizzaiolo. Orgoglioso della sua sala, della sua giovane e scattante mise en place (con i segnatavolo a foggia di mini pale da forno), dei suoi monitor (per comunicare a chi sta facendo shopping cosa accade all’interno di Verace Elettrica) e del suo lab. Anzi, del suo nuovo #VeraceElettricaLab.
La Marinara
Da Verace Elettrica si possono scegliere variegati impasti. Senza sovrapprezzo
“Se fa freddo le persone cercano il caldo. Se fa caldo desiderano il fresco. Ecco, noi dobbiamo essere capaci di rispondere a tutte le esigenze. Così ho deciso di introdurre più impasti. Senza alcun sovrapprezzo. Perché le mie pizze sono democratiche. Abbracciano tutti. Sono social. Possono essere ordinate tanto dall’imprenditore quanto da chi ha pochi soldi in tasca per mangiare”, commenta fermamente Sergio. Che, seguendo il claim Ways of Pizza, dà voce a un impasto classico (con con le farine Special e Allegra); a uno integrale (con Petra 1 e Petra 9); a uno multicereali (complici germinati e Bonsemì); a un altro prezioso di riso artemide; e a un quinto con Petra Evolutiva, arricchito da Ottimais, semi di chia e lino. A cui si va ad aggiungere un impasto gluten free, con zona e forno dedicati. “Tu scegli la pizza e abbini l’impasto che preferisci. Semplice”.
La Mortazza, con granella di pistacchi
La Cardoncella, con funghi cardoncelli, prosciutto cotto e fonduta di grana padano
Pizze suddivise in Fast, Tasty e Gourmet, per meglio orientare il commensale. Voilà la Messinese 2.0, con tuma, scarola in crema, pomodorini gialli e rossi confit, alici e origano di montagna; la Margherita Stracciata (per via della stracciatella); La Doppia P, con il pistacchio in due consistenze (e pure pancetta e pomodoro); l’Assoluto di pomodoro (in versione pelato, secco e confit); l’Ortolana, con melanzane fritte e peperone crusco; e il Segreto di Ape Nera, summa di prosciutto crudo, stracchino, noci e miele di ape nera sicula (un Presidio Slow Food). Non dimenticando un inchino all’Italia, fra pomodoro di Pachino, prosciutto crudo, confettura di fichi e nocciole tostate.
Il Calzone del Territorio
“Ho sviluppato anche un’app dedicata a Verace Elettrica. E prossimamente vorrei prendere una Smart elettrica per fare le consegne”. Elettrizzante sostenibilità.
Le pizzerie Verace Elettrica e Da Clara hanno riaperto a Milazzo e a Venetico Superiore (Messina).
❓Come ripenseremo gli eventi❓
Partecipa al sondaggio con 1 click >