Erbe, spezie e consistenze

    Pasticceria: sfornando il domani

    Al prossimo Sigep di Rimini, arriva l’energia positiva di cake, crostate, croissant e frollini firmati dal pasticcere Davide Ferrante. Fra aromi, profumi e divertissement. Sempre mantenendo la rotta di concretezza e immediatezza. Appuntamento dal 20 al 24 gennaio nello spazio targato Petra

    Erbe aromatiche, spezie, frutta. E poi farine diverse, consistenze diverse, forme diverse, per una variegata palette di gusti. E per rileggere e interpretare in maniera inedita frollini, torte, crostate e viennoiserie. Al Sigep di Rimini (dal 20 al 24 gennaio), Petra - Molino Quaglia (Pad D5 Stand 48) si concentra sulla pasticceria del futuro. E non solo grazie alla finale della “competizione” - organizzata in tandem con la rivista Dolcesalato - Crostata Revolution - ma anche grazie alla presenza del pastry chef Davide Ferrante, che ormai da qualche mese sta collaborando con Il Laboratorio del molino di Vighizzolo d’Este. Mission? Mettere a segno una dolce collezione, in grado di sondare, indagare e tracciare le novelle strade della pasticceria contemporanea. Sempre più semplice, snella e smart. Sempre più concreta. Sempre più figlia del forno. Sempre più ambasciatrice di filiera, territorio e sostenibilità. E sempre più capace di distinguersi e farsi riconoscere. Per un dettaglio, una sfumatura, un x factor. Una pasticceria dinamica e grintosa, vivace e volitiva, ma pure rassicurante e confortevole, familiare e quotidiana, pronta a parlare un linguaggio dialettale e internazionale. Senza tradire la tradizione, ma premendo il tasto rewind della tradizione. Che già di per sé significa consegna e trasmissione nel tempo. Di generazione in generazione.

    I frollini purissimi messi a segno da Davide Ferrate con le farine Petra - Foto di Francesca Paluan

     

    Una trilogia di frollini purissimi

    Così Ferrante - classe 1985, radici alle pendici del Vesuvio, una lunga esperienza in ristoranti, hotel e laboratori, e un presente fra Padova e i vulcanici Colli Euganei - al Sigep presenta live una collezione fragrante e scattante. A partire da un tris d’assi: tre tipologie di frollini che vanno sotto il nome corale di Cento per Cento. Perché ciascuno viene realizzato utilizzando una sola farina, in purezza. Andando in verticale e in profondità sul sapore, ma mantenendo leggerezza e friabilità. Ecco allora un frollino rustico ed elegante, rurale e ricercato, goloso ma salutare e bilanciato, creato con miele e Petra Agricola (la 0106 HP), una farina bio preziosa di segale, avena e frumento, nonché ricca di semi (zucca, girasole germogliato, sesamo, miglio e lino). Perfetto a colazione, a merenda o per una ricarica durante la giornata. Ed ecco pure un frollino dedicato e aromatico, con farina Petra Maiorca (da grano tenero biologico, coltivato in Sicilia) e fava tonka; e un sablé naturalissimo e integralissimo con Petra 9, l’iconica tuttograno. Farine differenti, lavorazioni differenti, per tre biscotti che vogliono lasciarsi ricordare. E non solo farsi inzuppare.  

    Davide Ferrante presenta le sue quattro creazioni da forno - Foto di Francesca Paluan

     

    Messaggi fragranti

    “Dove c’è frolla c’è crostata”, sostiene saggiamente Davide. Proponendo crostate da credenza e cake da viaggio. Nati e pensati per essere tagliati, suddivisi e condivisi. Quattro creazioni, ciascuna portatrice sana di un messaggio, di un valore, di una visione, per ribadire che si può andare oltre al si è sempre fatto così. E così la crostata tonda si eleva al quadrato. Non nel senso della forma, ma nell’ottica di una Torta 2 Cake, una nell’altra, una sull’altra. L’idea? Quella di trasformare una torta monocorde in una torta ritmata e polifonica. Lavorando sulle consistenze, sui sapori, sulla stratificazione. “Per dimostrare che una torta da forno nulla ha da invidiare a creme, mousse e gelée di frutta”, spiega lui. Che fa dialogare la frolla con un cake alla frutta (una purea di albicocca), complice una massa montata alla nocciola. Giusto a regalare una nuance più tostata. E le erbe aromatiche? Tanto amate e utili in cucina, sono una risorsa in pasticceria. E la Crostata di mele e timo conferma quanto l’orto possa infondere nuovo sprint a una fetta di torta. “Qui ho usato la farina Petra 5, mettendo il timo già nell’impasto. Timo che torna nella composta di mele, insieme al bergamotto”, precisa il pasticcere. Ben ancorato alle sue veraci origini partenopee. Il che significa anzitutto pastiera. Rivista e aggiornata. “Al posto del grano cotto ho preferito l’avena germogliata. Che, una volta lessata in maniera artigianale, risulta meno coriacea e molto più tenera del grano. Inoltre ha delle connotazioni nutrizionali interessanti”. Il risultato è una Pastiera moderna e inclusiva, pronta ad accogliere un cereale "diverso", stretto nell’abbraccio di ricotta e crema pasticcera, acqua di fior d’arancio e arancia candita, limoncello e limone grattugiato. E nuance agrumate e speziate emergono anche dal Cake kalamansi e mandarino. In cui il più noto frutto a spicchi duetta col più esotico citrus dagli accenni piacevolmente acidi e dolci. “Il tutto grazie a una bagna, nella quale metto in infusione anche l’anice stellato e il finocchietto. Che finisce pure nell’impasto”.

     

    “Dove c’è frolla c’è crostata”. Davide Ferrante   

    La collezione sfogliata proposta da Davide Ferrante - Foto di Francesca Paluan

     

    Poker di croissant

    Ma la sfoglia? Eccola, nelle mille evoluzioni e giravolte della viennoiserie. “Sono partito da un impasto francese, ma applicando una lievitazione mista. Quindi aggiungendo un po’ di lievito madre, solitamente non previsto”, puntualizza Davide. Che realizza un croissant contemporaneo. Nudo e vuoto. E in preziosa e corale versione Trilogy: un trittico di croissant, tenuti insieme alla base, ma divisibili e condivisibili. Farciti con crema pasticcera, crema al pistacchio e crema alla nocciola. Della serie, quando il breakfast si fa sharing. Per continuare con un Pain al gianduia, in armonia tra Francia e Piemonte; e una Danese pan di spezie. “Si tratta di un plumcake inserito in un croissant. Un plumcake speziato, con cannella, zenzero e chiodi di garofano. Per poi finire con una gelatina di lamponi”, commenta il pastry chef. Concentrato nella realizzazione di dolci diretti ed empatici, eppur multilingue, multitasking e multistrato. Perché semplicità non vuole dire superficialità.     

    T: Cristina Viggè

    17-01-2024

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